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Vuoi fidelizzare la Gen Z? Ecco come farli sentire parte della tua azienda!

Scritto da Paola Frescoso | Nov 28, 2024 8:00:00 AM

La cosiddetta Generazione Z o Zoomers si sta rapidamente affermando nel mondo del lavoro con nuovi valori, aspettative e condotte rispetto alle generazioni precedenti, ridefinendo il modo in cui le nuove generazioni interagiscono con le aziende.

Come adattarsi a questo cambiamento per attrarre e fidelizzare i giovani talenti della Gen Z?

In questo articolo analizzeremo come le imprese possono rispondere alle esigenze delle nuove generazioni per attrarre e fidelizzare i giovani lavoratori.

Attraverso l’esperienza trasversale del Dr. Roberto Galdino, amministratore delegato dell’RG Consulting S.R.L. di Bergamo e consulente aziendale di imprese con esperienza intersettoriale, evidenzieremo le principali sfide e opportunità legate alla Gen Z. Approfondiremo, inoltre, l’importanza del concetto di cultura aziendale nella valorizzazione e crescita professionale dei giovani talenti.  

Quali sono le esigenze dei lavoratori della Gen Z?

La Gen Z, cresciuta nell’epoca dell’evoluzione digitale, sta dimostrando di essere in grado di affrontare le sfide del mondo del lavoro con creatività. “Attraverso la mia esperienza come consulente aziendale – dice il Dr. Roberto Galdino - ho constatato che la differenza maggiore tra la Gen Z e i cosiddetti Boomer sta nella difficoltà di quest’ultimi ad aprirsi alla velocità mentale e mediatica che i ragazzi di questa generazione hanno.”

I nativi digitali, infatti, cresciuti in un mondo costantemente connesso, hanno sviluppato familiarità con la tecnologia che li ha resi abili non solo nel multitasking, ma anche nell’adattabilità. I rapidi cambiamenti del mondo in cui la Gen Z si sta imponendo hanno ridefinito le loro esperienze rendendoli più flessibili e resilienti.

Secondo il sondaggio globale Employer Brand Research del 2024, il quale ha coinvolto 173.000 partecipanti della generazione Z, di cui 6.774 in Italia, le condizioni principali per la scelta del datore di lavoro ricadono sull’equilibrio tra crescita personale e professionale e la ricerca di un’atmosfera di lavoro stimolante.

“Non in tutte le aziende ma in quelle che hanno impostato un cambio generazionale e svecchiamento del management senza cancellare l’esperienza precedente, predispongono dei piani per consentire ai giovani che entrano in azienda di esser impiegati in attività che permettono di sfruttare le loro capacità – afferma il Dr. Galdino – Accanto alla costruzione delle soft skills è necessario adottare anche un atteggiamento empatico e mettere chi entra in azienda nella condizione di non essere “tradito” nel messaggio perché per fidelizzare una persona, indipendentemente dall’età, è essenziale che si senta parte integrante del progetto.”

Come coinvolgere e fidelizzare la Gen Z:

Nati nell’era digitale, per coinvolgere e fidelizzare la Gen Z è necessario poi:

  • orari flessibili, programmi per la gestione dello stress o il miglioramento delle soft skills (competenze trasversali) per promuovere un ambiente di lavoro inclusivo potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nella fidelizzazione dei giovani favorendo, oltre la crescita professionale, anche il benessere individuale.
  • offrire risorse educative digitali adattate alle loro specifiche esigenze

“La Gen Z è sicuramente agevolata per la dimestichezza che ha con la tecnologia” - sostiene il Dr. Galdino – per le nuove generazioni conoscere una modalità di comunicazione e gestione delle attività che vede il mondo informatico e dei social come loro primo punto di riferimento permette di utilizzare la tecnologia nella realtà aziendale per aiutare e migliorare le capacità di coloro che non hanno dimestichezza con i social”.

  • opportunità di micro-apprendimento, ovvero segmenti di apprendimento brevi e mirati accessibili da smartphone o tablet, o piattaforme e-learning LMS personalizzate – Sistema di Gestione dell’apprendimento – che consentono di creare percorsi formativi su misura in base ai personali interessi, garantirebbe loro un apprendimento coinvolgente.

Conferma il Dr. Galdino “Se il management aziendale è predisposto all’innovazione tecnologica le competenze digitali per chi, come la Gen Z, si appresta al lavoro rappresentano un valore aggiunto nell’ambito di un’azienda che vuole crescere non solo economicamente, ma anche dal punto di vista organizzativo e della velocità decisionale in termini di processi industriali o informatici.”

Quali sono quindi le strategie che le aziende possono adottare per fidelizzare i lavoratori della Gen Z?

Non solo per attrarre, ma anche per trattenere i talenti della Gen Z, le aziende devono escogitare strategie mirate alle esigenze dei giovani lavoratori e abbracciare i valori di questa generazione per contribuire al successo dell’impresa.

Integrare la Gen Z può rappresentare una sfida vera e propria per le aziende, soprattutto per le aspettative che i giovani lavoratori nutrono nei confronti del mondo del lavoro.

  • feedback immediati: risulta importante per le aziende implementare pratiche di valutazioni o riscontri in tempo reale per migliorare le performance e consolidare i rapporti professionali.

“Fidelizzare significa anche comunicare feedback chiari che diano evidenza dei punti forti e dei punti deboli del progetto e che consenta sia a chi affida il progetto, che a chi lo riceve, di migliorare e collaborare indipendentemente dal rapporto gerarchico funzionale” – afferma il Dr. Galdino.

Questo atteggiamento di ascolto attivo e diretto è infatti considerato dagli Zoomers un sinonimo di attenzione e considerazione che non può far altro che aumentare la considerazione positiva dell’azienda.

  • coinvolgimento dei giovani in progetti innovativi e la valorizzazione del contributo individuale.

“Nelle aziende con management illuminato - approfondisce il Dr. Galdino - un piano allettante per la Gen Z potrebbe essere la collocazione della persona che si vuole assumere all’interno di un progetto ben definito. Per esempio, partecipare all’ambito del progetto avendo assegnato un compito che non lo veda solo come mero esecutore di un fare operativo, ma al contrario permettere al giovane lavoratore (ove possibile) di usare la propria immaginazione per contribuire in maniera proattiva potrebbe essere una soluzione.”

 I giovani professionisti ambiscono a sentirsi parte attiva della comunità aziendale, la quale dovrebbe valorizzare il contributo individuale del lavoratore, le opinioni e idee dei dipendenti e promuove un senso di appartenenza.

Cultura aziendale: il magnete che fidelizza la Gen Z

Attraverso i social la Gen Z si aspetta di ricavare informazioni sull’azienda, sui valori dell’imprenditore e sulla cultura aziendale prima di mandare il CV. In un mondo in cui i giovani lavoratori valutano le opportunità offerte da diverse aziende, l’employer branding – la creazione e promozione di un’immagine positiva del datore di lavoro – svolge un ruolo fondamentale.

“Una cultura aziendale solida, indipendentemente dal settore, può attirare il giovane ragazzo perché permette la creazione di opportunità di sviluppo. Tuttavia, nella mia esperienza nell’ambito della costruzione di progetti promozionali questo aspetto è un po’ carente – confessa il Dr. Galdino – tutte le aziende si aprono alla possibilità di fare stage o percorsi di inserimento, ma ad oggi lo vedo come un percorso asfittico. Ho notato che il progetto attrattivo è più introspettivo e diretto al personale interno dell’azienda che al raccoglimento di consensi esterni. L‘importanza della cultura aziendale per la Gen Z è un aspetto che non tutti i management hanno completamente colto e su cui è invece necessario investire per attrarre i lavoratori del futuro, altrimenti si rischia di implodere nell’ambito del proprio sviluppo.”

Di conseguenza promuovere una cultura aziendale inclusiva e aperta all’innovazione, così come un clima positivo e in linea con i loro valori, risultano essere elementi fondamentali per creare una relazione solida e duratura con la Gen Z.

L'importanza del Bilancio di Sostenibilità per la cultura aziendale:

“Non si può non far conto con la nuova generazione, non accoglierla e non fare quanto necessario per farla restare – ribadisce il Dr. Galdino - È qualcosa su cui bisogna lavorare, ma per mia esperienza oggi la maggior parte delle aziende è focalizzata all’utile, ai risultati, e in ragione di questo spesso ci si perde all’interno di progetti che non hanno una vera apertura nei confronti del personale. Ma in questo senso le norme europee aiuteranno perché dal 2025 sarà obbligatorio per le aziende parlare di bilancio di sostenibilità.”

Infatti, l’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) a partire dal 2025, direttiva che sostituisce la precedente Non Financial Reporting Directive (NFRD), introducendo obblighi più stringenti e criteri uniformi per il bilancio di informazioni non finanziarie, segnerà una svolta per le aziende europee. il Bilancio di Sostenibilità racchiuderà in maniera dettagliata informazioni riguardo l’impatto ambientale che l’attività aziendale ha sul mondo esterno, gli aspetti sociali e condizioni di lavoro, la governance e gli aspetti economici.

Il Bilancio di Sostenibilità diventa così non solo un adempimento normativo, ma soprattutto un’opportunità per le aziende per attrarre i migliori talenti all’interno di un ambiente di lavoro etico e responsabile in grado di aumentare la promozione aziendale, la soddisfazione e la fedeltà dei dipendenti. “Il punto critico del bilancio di sostenibilità – continua il Dr. Galdino – è che si tratta appunto di un obbligo. Se da un lato può aiutare il discorso promozionale aumentando l’appealing, dall’altro essendo una normativa il rischio di un approccio meramente formale e burocratico da parte di alcune aziende è alto.”

Conclusione

Con l'emergere di nuove sfide globali è quindi probabile che i requisiti di rendicontazione di sostenibilità diventino sempre più complessi. Le aziende non devono farsi trovare impreparate di fronte a questi cambiamenti e investire nelle competenze necessarie per garantire la qualità dei loro bilanci di sostenibilità può sicuramente essere una soluzione.

La Gen Z richiede quindi un approccio innovativo da parte delle aziende, le quali devono necessariamente investire in pratiche stimolanti e sostenibili per attrarre, ma soprattutto trattenere e fidelizzare, una grande fetta della popolazione che rappresenta il futuro. Creare esperienze significative per i giovani lavoratori significa sviluppare un ambiente di lavoro inclusivo in grado di fidelizzare la Gen Z contribuendo così anche al successo e alla crescita dell’azienda.