Delta Index

Laureati italiani e contratti stabili: solo il 20% li ottiene entro il 2023

Scritto da Paola Frescoso | Jan 27, 2025 10:20:05 AM

Sempre più giovani laureati italiani affrontano la transizione dal mondo accademico al mercato del lavoro confrontandosi con le reali opportunità offerte dalle aziende. Una recente indagine rivela che solo un laureato su cinque ottiene un contratto a tempo indeterminato dopo gli studi; tuttavia, oltre il 40% si chiudono entro tre anni dalla firma. La causa? L’insoddisfazione lavorativa dei giovani alla continua ricerca di contesti lavorativi stimolanti.

MHEO 

In questo senso il III Rapporto di MHEO, il Milan Higher Education Observatory, l’osservatorio nato su stimolo dell’Università degli Studi di Milano, intitolato “Dopo la Laurea: sbocchi occupazionali dei laureati milanesi e lombardi” mira a evidenziare le principali tematiche riguardanti l’istruzione terziaria.

Scopo di MHEO, e di tale ricerca, è fornire una maggiore consapevolezza sull’istruzione terziaria e sulle sue trasformazioni. Partendo dall’analisi dei dati ricavati l’osservatorio intende, infatti, creare un dibattito informato sul tema contribuendo ai processi di innovazione e sviluppo sostenibile sia locale che nazionale.

La situazione attuale dei giovani italiani post-laurea

Attualmente la condizione post-laurea dei giovani laureati in Italia è complessa e presenta diverse sfaccettature.  Attraverso l’indagine Almalaurea, un consorzio di 82 atenei, il Ministero della Ricerca e le COB (Comunicazioni Obbligatorie) sono state svolte indagini periodiche per verificare la soddisfazione dei neoassunti riguardo la loro posizione lavorativa e approfondire la conoscenza degli sbocchi occupazionali dei laureati.

Tipologie contrattuali più diffuse

Le ricerche negli Atenei milanesi hanno evidenziato che, dal 2017 al 2023, vi è stata un’evoluzione della distribuzione delle tipologie contrattuali per i laureati triennali e magistrali. Inoltre, nonostante una parte significativa dei laureati riesca ad ottenere contratti stabili come il contratto a tempo indeterminato, il contratto a tempo determinato risulta essere ancora la scelta predominante.

Infatti, da un lato aumentano i contratti a tempo determinato (registrando un picco nel 2020 presumibilmente in risposta all’incertezza economica del periodo pandemico), mentre al contrario la distribuzione dei contratti flessibili diminuisce dal 28,4% nel 2017 al 15% negli anni successivi. Crescita costante, invece, per i contratti a tempo indeterminato che passano dal 6% del 2017 al 20% nel 2023, mentre gli apprendistati rimangono stabili tra il 5% e il 7%, così come i tirocini.

Distribuzione annuale delle tipologie contrattuali attivate dal 2017 al 2023, suddivisa in tirocini, apprendistato, contratti flessibili, contratti a tempo determinato e contratti a tempo indeterminato. III Rapporto MHEO.

I risultati

Con riferimento al 2023, si evidenzia come il tasso di occupazione dei laureati lombardi del 2022 sia più alto della media nazionale. La Lombardia si distingue per retribuzioni medie superiori, consolidando la sua posizione di regione più attrattiva per i laureati italiani.

L’analisi sui contratti a tempo indeterminato conferma poi che quest’ultimi tendono ovviamente a rimanere attivi più a lungo rispetto ad altre tipologie; tuttavia, oltre il 40% di questi contratti si chiudono entro tre anni dalla firma a causa dell’insoddisfazione lavorativa dei giovani, i quali ricercano migliori opportunità.

I fattori che accrescono la possibilità di assunzione dopo la laurea

Per i laureati degli Atenei lombardi sono stati analizzati i fattori che incidono maggiormente sulla probabilità di essere occupato:

  • Percorso di studio concluso esercita un effetto sulle opportunità occupazionali dei laureati.

I più favoriti risulterebbero i laureati in: architettura e ingegneria civile, ambito medico-sanitario e farmaceutico, informatica e tecnologie ITC, ingegneria industriale e dell’informazione a cui seguirebbero i gruppi scientifico, agrario-forestale e veterinario, educazione; meno favoriti sono i laureati in gruppi disciplinari psicologico e letterario-umanistico.

  • Lauree di secondo livello mostrano il 33% in più di probabilità di essere occupati.
  • Gli studenti che hanno svolto un tirocinio curriculare hanno il 13,2% di probabilità in più
  • Le esperienze lavorative maturare durante il percorso di studio: gli studenti-lavoratori hanno il 14% di probabilità in più di essere occupati rispetto a chi non ha maturato esperienze
  • Competenze informatiche: esercitano un effetto positivo aumentando del 3,2% in più la possibilità di essere assunti
  • Disponibilità a effettuare trasferte per motivi lavorativi risulta premiante con il 27,2% di probabilità in più rispetto a chi non dichiara tale disponibilità
  • Disponibilità a lavorare a tempo pieno, in Lombardia, con il 43,9% di possibilità in più

Aspettative dei giovani sulla ricerca del posto di lavoro

Le aspettative dei giovani neolaureati negli Atenei lombardi nella ricerca del lavoro sono cambiate profondamente negli ultimi anni influenzate da fattori diversi come la digitalizzazione e la conseguente flessibilità oraria.

Come evidenziato nel grafico la ricerca ha messo in luce come tra i laureati di secondo livello del 2023 gli aspetti ritenuti rilevanti nel lavoro cercato sono rispettivamente: acquisizione di professionalità, possibilità di carriera, possibilità di guadagno e stabilità/sicurezza del posto di lavoro.

Laureati di secondo livello dell’anno 2023: aspetti decisamente rilevanti nella ricerca del lavoro dei laureati negli Atenei lombardi. Anno di indagine 2023 (valori percentuali). Fonte: AlmaLaurea, Rapporto sul Profilo dei Laureati, 2024. III Rapporto MHEO.

Nell’ultimo quinquennio è emerso però un incremento di rilevanza per quasi tutti gli aspetti considerati ad eccezione della possibilità di utilizzare al meglio le competenze acquisite. Al contrario crescono in maniera evidente l’importanza del tempo libero (+16,9 punti percentuali) e la flessibilità dell’orario di lavoro (+13,8) e la possibilità di guadagno (+12,5).

Un ulteriore aspetto da considerare per i laureati degli Atenei lombardi nella ricerca di un posto di lavoro è la soddisfazione per la coerenza del lavoro con gli studi svolti. Come documentato dal report a un anno dal titolo i laureati non occupati e in cerca di lavoro mostrano una maggiore selettività dichiarando – come riportato nel III Rapporto – «scarsa disponibilità ad accettare lavori non attinenti al proprio titolo di studio o a basso reddito, mentre è solo a cinque anni che si evidenzia un livello maggiore di adattabilità.»

Emergenza personale: le aziende faticano a trovare le figure professionali richieste

Parallelamente, sempre più di frequente, le aziende lamentano difficoltà nel reperimento del personale attribuita alla mancanza di candidati e a un disallineamento tra competenze richieste delle imprese e quelle invece offerte dai candidati:

«Secondo i dati di Unioncamere, sul complesso delle entrate previste nel 2023, in Lombardia, le imprese ritengono di difficile reperimento il 45,0% del personale cercato; se si pone l’accento sul personale laureato la difficoltà di reperimento raggiunge il 49,0% (valori entrambi in linea con il dato nazionale; Unioncamere – ANPAL, 2023a)».

Condizione demografica del paese, bassi salari e bassa produttività in diversi settori economici, insicurezza sul posto di lavoro e cambiamenti socioculturali incidono significativamente sulle aspettative lavorative delle giovani generazioni che sempre più spesso prendono in considerazione la possibilità della mobilità verso l’estero in cerca di opportunità migliori. 

Come spiegato da Silvia Salini, ordinaria di Statistica della Statale e fra gli autori dello studio: «A differenza della nostra generazione, c’è una grandissima mobilità fra i giovani, i quali a volte cambiano qualifica, settore, regione. Sicuramente è una generazione che dà molta più importanza alla qualità della vita e all’impatto del lavoro che svolgono».

Le aspettative, esigenze e difficoltà delle aziende

Con un numero sempre minore di candidati disponibili le aziende si trovano in difficoltà nel reperire figure professionali con le competenze desiderate. Attraverso dati elaborati dal sistema informativo Excelsior, promosso da Unioncamere e dalla collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’Unione Europea, è stata effettuata un’indagine campionaria che coinvolge più di un milione di aziende.  Tale ricerca ha evidenziato un incremento delle assunzioni difficili da reperire nel 2023 pari al 48,4%.

Competenze aggiuntive che cercano le aziende nei giovani candidati

Per le aziende risultano fondamentali non solo le competenze specifiche conseguite prima dell’ingresso e alla collocazione del gruppo professionale, ma anche le cosiddette competenze trasversali.

In particolare:

  • Competenze digitali: come l’uso di internet e la capacità di gestire strumenti di comunicazione multimediale
  • Competenze green: l’attitudine al risparmio energetico e la sensibilità alla riduzione dell’impatto ambientale delle aziende
  • Capacità matematiche e informatiche: utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici per valutare le informazioni
  • Capacità di gestire soluzioni innovative: applicando tecnologie robotiche, BigData analytics

Sfide e soluzioni

Consapevoli della velocità dei cambiamenti in corso le aziende devono necessariamente continuare a investire nella formazione dei giovani anche dopo esser entrati in azienda. Solo attraverso un pensiero interdisciplinare e trasversale sarà possibile formare i profili del futuro sostenendo la professionalizzazione continua delle nuove generazioni.