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La svolta della riforma Valditara

La nuova riforma Valditara per gli istituti tecnici professionali, approvata recentemente dalla Camera dei Deputati, rappresenta una rivoluzione nel sistema educativo italiano, che mira a colmare il divario tra formazione scolastica ed esigenze del mercato del lavoro

<<Con la nuova filiera tecnico-professionale costruiamo un canale di istruzione di serie A, in grado di dare una solida formazione ai nostri ragazzi, secondo programmi fortemente innovativi, che assicureranno competenze teoriche e pratiche di qualità, anche grazie al contributo delle imprese>> dichiara il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara

L'obiettivo della riforma: colmare il mismatch

Uno dei principali problemi che affligge il mercato del lavoro italiano è il mismatch tra domanda e offerta di competenze, soprattutto in ambito tecnico e tecnologico. 

Secondo Unioncamere, entro il 2027 saranno necessari oltre 500.000 addetti nei settori meccatronico e informatico, con il 48% delle posizioni difficili da coprire. 

La riforma Valditara affronta questo problema con il modello formativo 4+2: quattro anni di scuola superiore seguiti da due anni negli ITS Academy. Questo approccio non solo riduce il tempo necessario per ottenere una qualifica professionale, ma garantisce anche una formazione più mirata e in linea con le esigenze delle imprese. 

Vantaggi per le aziende: giovani qualificati in meno tempo

Le aziende trarranno beneficio immediato dall’entrata in vigore della riforma, perché potranno contare su giovani qualificati un anno prima rispetto al tradizionale percorso quinquennale. Questo permetterà di ridurre i tempi di inserimento dei nuovi assunti, migliorando la competitività aziendale. 

Inoltre, i percorsi quadriennali includono un potenziamento delle discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e un’ampia internazionalizzazione. Questo permetterà agli studenti di affrontare le sfide di un mercato del lavoro sempre più globalizzato.

Alternanza scuola-lavoro e apprendistato formativo

Un altro punto di forza della riforma è il rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro e dell’apprendistato formativo, che ora può arrivare fino a 400 ore nel triennio finale delle superiori. Questo permetterà agli studenti di acquisire competenze pratiche direttamente in azienda, riducendo il gap tra teoria e pratica. Per le aziende, ciò significa poter formare giovani talenti secondo le proprie specifiche esigenze, facilitando il loro inserimento e riducendo i costi di formazione.

Coinvolgimento delle imprese nella didattica

Una delle novità più significative della riforma è l’introduzione di docenti provenienti dal mondo aziendale. Esperti e manager potranno insegnare nelle scuole, portando con sé un bagaglio di competenze pratiche e conoscenze aggiornate. Questo non solo migliora la qualità della formazione, ma crea un legame più stretto tra scuola e impresa, favorendo lo scambio di know-how e l’innovazione.

Modello “campus” e sinergie territoriali

Il modello “campus” previsto dalla riforma mira a creare reti locali tra scuole, università, ITS Academy e imprese. Questo approccio sinergico consente di sviluppare percorsi formativi personalizzati in base alle esigenze del territorio, promuovendo una formazione altamente specializzata e mirata. Le aziende locali potranno così beneficiare di un bacino di talenti già formati secondo le loro necessità, riducendo i tempi di ricerca e selezione del personale.

La nuova cabina di regia

Infine, la riforma prevede la creazione di una struttura tecnica all’interno del Ministero dell’Istruzione e del Merito per promuovere la filiera formativa tecnologico-professionale. Questa unità avrà il compito di facilitare le sinergie tra scuola e impresa, stimolare la ricerca e il trasferimento tecnologico, e valorizzare la brevettazione. Per le aziende, questo significa avere un interlocutore unico e competente per sviluppare progetti formativi e di ricerca, rendendo più efficiente la collaborazione con il mondo educativo.

La riforma Valditara rappresenta una risposta concreta alle esigenze delle imprese italiane. Si pongono le basi per una nuova era di competitività e crescita per il sistema produttivo italiano. Le aziende non solo avranno accesso a giovani talenti meglio formati, ma potranno anche contribuire attivamente alla loro formazione, creando un ciclo virtuoso di sviluppo e innovazione.

Regione Lombardia da subito in campo 

Il 5 agosto 2024, la Giunta della Regione Lombardia ha approvato le Linee guida operative per l’avvio a partire dall’anno formativo 2024/2025 delle Filiere Tecnologiche-Professionali ‘4+2’ che permettono ai ragazzi in uscita dagli istituti secondari di primo grado di iscriversi a percorsi delle superiori di durata quadriennale con una forte connotazione professionalizzante

“I punti di forza del modello lombardo - spiega l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Simona Tironi - sono incentrati sul principio di centralità della persona e libertà di scelta e si basano sulla ‘Flessibilità del biennio iniziale’ che consente agli studenti di scegliere segmenti di percorso di diverso indirizzo o profilo professionale. Altro elemento qualificante è costituito dalle ‘Competenze Moderne’ : fin dalla prima annualità, svilupperemo competenze in lingua straniera, digitale e intelligenza artificiale, sicurezza sui luoghi di lavoro, matematico-scientifiche e sviluppo delle competenze personali. L’ultimo pilastro è rappresentato da quella che chiamiamo ‘Formazione Completa’: nella quarta annualità, gli studenti acquisiranno competenze tecnico-professionali, trasversali e culturali, preparandosi per l’istruzione terziaria (ITS o Università) e un mercato del lavoro in continua evoluzione”. 

La Lombardia è la prima regione d’Italia a partire con una attuazione completa della sperimentazione, linee guida complete per partire già da settembre con una programmazione efficace, semplice e molto chiara.